giovedì 26 dicembre 2013

Car@ Amic@ e Care Associazioni,

quando ormai un anno sta per chiudersi proviamo a fare un punto delle attività svolte da AINRaM Marche in questo 2013.
Lavorando per l'obiettivo del protagonismo giovanile, AINRaM ha promosso, a giugno, la rinascita del coordinamento degli enti locali del territorio fermano. Tale organo intende far convergere gli sforzi del mondo associativo con l'azione degli enti locali del fermano per costruire una proposta di walfare comunitario improntato sull'agricoltura sociale, come attività inclusiva e in grado di riconoscere dignità umana. AINRaM Marche, inoltre, ha ripreso le proprie attività di sensibilizzazione verso le tematiche della mondialità e della giustizia sociale attraverso le iniziative di Palazzo Monti di Servigliano (che proseguiranno nel 2014 con diversi appuntamenti), e con l'avvio del progetto educativo "A scuola di legalità e mondialità". Esso si svolge in quattro istituti superiori del territorio fermano e vede la collaborazione di alcune associazioni partner del territorio. L'obiettivo del progetto è quello di stimolare i giovani studenti ad elaborare il senso del valore della legalità come libertà e della mondialità come relazione, con particolare riferimento alla loro esperienza quotidiana. AINRaM Marche, infine, è protagonista nel rilancio del CIPSI (Coordinamento Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale), nella volontà di ampliare le tematiche della cooperazione ad una prospettiva di speranza per i giovani della nostra società. 

A presto,
Jonata Sabbioni
per AINRaM Marche

venerdì 6 dicembre 2013

Car@ Ami@,

domani, sabato 7 dicembre, AINRaM Marche inizierà il progetto di educazione alla legalità e alla mondialità presso l'Istituto Agrario di Montegiorgio. Con i ragazzi della 3° classe parleremo del legame che tiene insieme la libertà e la responsabilità in una dimensione di partecipazione e di cittadinanza attiva.

Forza ragazzi, si comincia!
Jonata Sabbioni
per AINRaM Marche

lunedì 4 novembre 2013



Car@ Amic@ e Care Associazioni,

AINRaM Marche ha partecipato, nei giorni dal primo al tre novembre, ad un coordinamento di realtà associative aderenti al Cipsi (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale - http://cipsi.it/) ed animate da giovani. L'incontro s'è svolto presso la Comunità di Capodarco di Grottaferrata (Roma) e ha previsto, nella giornata di domenica, una visita presso la "Tenuta della Mistica" dove una settimana prima la stessa Comunità di Capodarco ha inaugurato una nuova cooperativa agricola sociale.

L'appuntamento dei giovani del Cipsi è stato fondamentale come momento da cui ripartire per un rilancio del Cipsi. Sono state definite le intenzioni di intervento su campi d'azione che anche per AINRaM Marche sono prioritari e che hanno al centro le problematiche dei giovani. Tanto nel Sud del mondo come nei tanti "sud" della nostra realtà, l'emarginazione, l'ingiustizia sociale, la disoccupazione, l'assenza di prospettive, la criminalità, lo sfruttamento, l'emigrazione sono dinamiche che minano profondamente la speranza dei giovani e che debbono essere affrontate con impegno e serietà. Ovviamente la scelta della location dell'incontro non era indifferente: la Comunità di Capodarco rappresenta, in Italia e nel mondo, un esempio autentico della capacità di resistere alla deriva della speranza con la testimonianza dell'azione. Così, dopo una serie di momenti di riflessioni e alla presenza (nel pomeriggio di sabato) del presidente del Cipsi Guido Barbera, si sono espresse le intenzioni di contribuire fattivamente al cambio di passo del Coordinamento. Attraverso l'apertura a tematiche nuove e a nuovi soggetti (anche esterni al Cipsi), facendo proposte e indicando testimonianze, volendo conquistare uno spazio sui mezzi di comunicazione già disponibili (sito web del Cipsi, rivista del Cipsi: Solidarietà Internazionale, http://solidarietainternazionale.it/) e gestendo la comunicazione sui social network, intendiamo far la nostra parte (anche come AINRaM Marche) per ampliare gli orizzonti del Cipsi.

Il prossimo importante appuntamento è l'Assemblea nazionale dei soci del Cipsi che si svolgerà sabato 30 novembre e a cui arriveremo, come giovani Cipsi, con un documento che rielaborerà intenzioni e idee in una proposta compiuta.

A presto,
Jonata Sabbioni


Alla Comunità di Capodarco di Grottafferrata (Roma)


Un momento di riflessione #1

Un momento di riflessione #2 (Don Franco Monterubbianesi presenta uno dei suoi tanti progetti)


Un momento di riflessione #3


Un momento di riflessione #4


La foto di gruppo

venerdì 16 agosto 2013



AINRaM Marche e un nuovo patto territoriale


            Nello stimolo ideale di Don Franco Monterubbianesi e della sua attività incessante, vi ricordo l’impegno di AINRaM su due campi fondamentali e promettenti: il ruolo di stimolo nella ri-nascita del Coordinamento degli Enti Locali del Fermano, accaduto formalmente il 26 giugno scorso presso la Provincia di Fermo; e il ruolo dell’Associazione all’interno del Forum dell’Agricoltura Sociale, che sta vivendo una fase espansiva decisiva, sostenuto com’è dalla collaborazione con le molte realtà similari in ambito nazionale.

            Il Coordinamento degli Enti Locali, che ebbe funzione tra il 2007 e il 2009, nacque per iniziativa della Provincia di Ascoli Piceno (nella persona del Presidente Massimo Rossi) e coinvolse enti locali e amministrazioni, insieme ad associazioni e ONG territoriali, sul tema della promozione della cooperazione e dell’educazione alla mondialità presso i giovani. Oggi quel coordinamento riparte per iniziativa di AINRaM e degli Assessorati alla Cultura di Comune di Fermo (nella persona di Francesco Trasatti) e della Provincia di Fermo (nella persona di Giuseppe Buondonno) per allargare gli ambiti di azione allo sviluppo locale del territorio e al walfare state di tipo comunitario. Il nostro tempo di strutturale crisi economica e sociale entro cui anche il territorio fermano è proiettato richiede la necessità di applicare gli strumenti dell’iniziativa sociale in una collaborazione fattiva e orizzontale con i presidi della politica locale (gli Enti) e con gli attori economici del territorio. Appare evidente, infatti, come i temi di conflitto e di riprogrammazione dell’azione pubblica si siano inesorabilmente ampliati e abbiano coinvolto il modo di fare economia (con la piaga della disoccupazione giovanile come estremo male) e il modo di sostenere lo stato sociale (con l’assenza di risorse a fare da premessa costante). Ecco allora nascere l’obbligo, anche per AINRaM, di lavorare a un progetto di rinnovamento con cui ripensare il patto tra politica locale (amministrazioni), terzo settore (associazionismo e imprese sociali) e mondo economico (associazioni sindacali e di categoria, datoriali e piccole-media imprese) nell’ottica del confronto e di una reciproca stimolazione per la proposta e l’azione. La sfida, quindi, è altissima: riappropriarsi di dei macro-ambiti, quello economico e quello del walfare, secondo teorie e prassi locali-territoriali innovative e incentrate alla solidarietà sociale. Citando il Prof. Roberto Mancini, si vuole concretizzare la richiesta di una politica “altra, in cui ci sono comunità di persone che iniziano a costruire almeno una parte delle risposte ai bisogni e ai diritti negati”. La politica dal basso, sin qui troppo nominata, chiede adesso nuovi codici e nuove energie. AINRaM non si tirerà indietro.

            Sappiamo quanto l’idea di un walfare comunitario e solidale possa farsi concreta nella dimensione dell’agricoltura sociale. AINRaM Marche è stata promotrice della nascita del Forum dell’Agricoltura Sociale delle Marche, ospitando a Palazzo Monti (nello scorso aprile) la riunione fondativa ed essendo presente all’incontro di nascita ufficiale tenutosi ad Ancona lo scorso maggio. Il walfare deve sfumare la propria accezione assistenziale a favore di una diversa identità, quella del protagonismo sociale attivo e identitario e che può trovare nel mondo giovanile una forza propulsiva decisiva. Questo progetto vede nelle molte realtà di AS del territorio fermano esempi di tenace testimonianza. È nella definizione di una rete sempre più ampia tra le realtà già attive, nonché nella collaborazione con gli enti locali e con i soggetti economici (l’agricoltura è l’unico settore in crescita, seppur lieve, nel disastrato panorama economico italiano) che l’AS può scoprire la sfida per la propria affermazione e riconoscibilità. AINRaM tesse stretti rapporti con il Forum, che incontra periodicamente e con cui collabora. Dopo la partecipazione di AINRaM alla bella festa del Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale tenutasi a Chiaiano (NA) lo scorso giugno, e dopo il dibattito tenutosi presso la comunità di Monte Pacini (nell’ambito delle iniziative della Comunità Educante) del luglio scorso, l’Associazione avrà ancora modo di rafforzare il confronto e i rapporti con il mondo dell’AS, candidandosi per un ruolo di coordinamento delle attività e dei progetti del Forum presso i diversi attori territoriali.

            Nel solco di un rinnovato protagonismo civile auspichiamo un ruolo centrale di AINRaM Marche anche in tutte quelle iniziative che sappiano muovere una riflessione seria sulla capacità della cooperazione, del terzo settore e del volontarismo di essere parti di una prassi politica finalmente rinnovata. Per questo AINRaM avrà voce in capitolo in iniziative tipo quella di organizzare a Fermo, dalla collaborazione dei reti di associazioni e cittadini e col sostegno delle istituzioni, di una “festival dei beni comuni “ (che potrebbe avere luogo nel periodo fine ottobre-inizio novembre). Nella volontà di riaffermare la priorità di una concezione pubblica e comunitaria dei diritti e delle risorse, dei beni e dei servizi, nonché delle idee e dei metodi locali di sviluppo, si sta immaginando di stilare un programma di eventi, seminari, convegni, iniziative culturali e tavole rotonde, sul valore del bene comune come perno di una dimensione economica e sociale alternativa: responsabile, solidale e democratica. Per questo tutte le realtà che conosciamo e con cui collaboriamo, siano esse nate e votate alle cause sociali, ambientali, di servizio, culturali, ricreative ed economiche sono realmente interessabili all’iniziativa: il “potenziale rivoluzionario” di cui parla Ugo Mettei in “Beni Comuni. Un Manifesto” può farsi il nostro potenziale. Nostro e degli amici di AINRaM.

            Riporto con estrema gioia la testimonianza di Don Franco Monterubbianesi e degli amici di AINRaM Nazionale (salutiamo, in particolare, Ilaria Signoriello) dal campo di studio/lavoro che s’è tenuto a Grottaferrata (RM) lo scorso luglio e che è terminato con la cerimonia di consegna, ai 20 ragazzi italiani e stranieri partecipanti, del diploma di “sognatore del nuovo Rinascimento europeo”. L’iniziativa ha richiesto un’organizzazione laboriosa e ha fatto emergere, come è naturale in ogni opera di fiducia, un chiaro messaggio di speranza. Nella felice realtà dell’inclusione e della solidarietà della Comunità di Capodarco dei colli laziali, un’umanissima risposta di responsabilità ed entusiasmo è venuta dai ragazzi presenti. Oltre il lavoro nei campi, essi hanno incontrato le testimonianze di uomini impegnati sui fronti della lotta alle mafie e agli sfruttamenti, della resistenza civile e dell’accoglienza, dell’assistenza e dell’inclusione. Capendo che l’azione gratuita, se sostenuta dai valori, è realmente una forma di rivoluzione possibile.

            Infine, rimando a due importanti prossimi impegni. Il primo è l’inizio del progetto che AINRaM, insieme a CACUAM, Associazione Falcone e Borsellino, avvierà nelle scuole superiori di tre comuni del fermano (Amandola, Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare) per promuovere presso i giovani studenti una riflessione sullo stretto legame tra pratica della legalità ed educazione alla mondialità; progetto per il quale la Regione Marche ha deciso di accordare dei fondi. Il progetto prenderà avvio a fine settembre e proseguirà per i tre mesi successivi. Anticipo, inoltre, il proposito di continuare a fare di Palazzo Monti un luogo di incontro e confronto sui temi cari a AINRaM. Per questo si ha intenzione di organizzare un evento-dibattito con una figura di rilevanza nazionale impegnata sui temi economico-sociali nel periodo settembre-ottobre, su cui vi daremo prossime ulteriori informazioni.


Jonata Sabbioni

sabato 8 giugno 2013

Un mio piccolo ricordo della recente visita alla Comunità di Capodarco di Grottaferrata (Roma).



La speranza dentro l’invisibile

Il diario di viaggio è un genere letterario che ha avuto espressioni altissime. Anche i
reportage dei grandi giornalisti erano dei modi per raccontare i viaggi. Io, che non sono un
romanziere né un avventuriero, mi accontento di scrivere per costruirmi un po’ di pace e
per mettere ordine alle mie speranze. Per riporle, infine, dove non si dovrebbe, nei luoghi
remoti, dove è strano andare a cercare. Così posso dimostrare quanto diceva Neruda:
“Dove il buono del mondo vive, nessuno guarda”.
Nei due giorni trascorsi a Grottaferrata (e dintorni) presso la Comunità Capodarco e la
Casa Famiglia Milly e Memmo la speranza (e la solidità) della redenzione l’ho vista
chiaramente e l’ho sentita sulla carne. L’ho vista nell’impegno, costantemente rivolto alla
costruzione, di don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco e che
nel 1978 anche qui ha voluto piantare una croce, un segno di pacifica conquista. Facendo il
più vasto gesto spirituale che si possa pretendere da un uomo, per quanto già di Chiesa,
ossia fare a pezzi la propria umanità per ricomporla intorno a quella altrui. A difesa e a
sostegno degli altri. Degli umili, degli offesi, dei disagiati. Insomma dei salvati, stando a
Sant’Agostino. Ma che pure nel mondo intorno a loro, che è quello che noi costruiamo a
nostra somiglianza, non sono salvati, bensì traslati ai margini. Invisibili. Obliati. La forza
dell’ascolto e quella dell’astrazione che si fa accoglienza e rivoluzione l’ho sentita in Ilaria,
che di don Franco è sostegno e concretezza. Nella sua considerazione ho trovato quella
sensazione di cui parlano i poeti quando, senza nominarla, riferiscono di una
corrispondenza tra persone quasi sconosciute, una specie di memoria implicita, conservata
chissà dove e condivisa.
Mi è parso evidente, sin dall’arrivo, sabato mattina, alla prima tappa di questo mio viaggio
verso Grottaferrata, come dovessi assumere una volontà netta: sgombrare la vista dalle
evidenze e, invece, ascoltare. La riapertura di un mercato rionale da parte di un comitato di
cittadini di un quartiere alla periferia sud di Roma è stata la prima occasione, quindi, per
sperimentare questa autoregola. Gli spazi del mercato erano pieni di un’umanità buona,
protesa, accordata. Una socialità quasi utopica, trasversale e viva, stava convergendo verso
uno spazio puro: lo scambio umano, il contatto. Bambini in festa, bancarelle e banconi di
merce, prodotti della terra e dell’artigianato. Una musica, poi, in fondo, costante e fatta di
frequenze radio e voci, soprattutto (no, nessuna melodia particolare; salvo il colore vario
dei suoni…). Banchetti di associazioni, cibo e una poetica e accettabilissima atmosfera di
sospensione. Eppure, quel mercato, era un esempio eroico di sforzo collettivo verso la
riappropriazione di un luogo. Pubblico e, quindi, politico (polis, città). Di un diritto,
probabilmente. Una vittoria del quartiere sui soliti innominabili poteri cannibali e su una
politica statica, immobile e che ha bisogno di dimostrazioni di coraggio popolare come
questa per capire quale dovrebbe essere il suo mestiere.
Quindi, nel primo pomeriggio, l’arrivo a Grottaferrata e alla Comunità Capodarco dove si
giunge in auto, dopo aver percorso un piccolo tratto in discesa. E quella che si apre, a
questo punto, è “città luminosa” dentro una natura armonica; una struttura estesa e
organizzatissima, regolata, geometrica. Un luogo chiaro, definito. Dentro cui si muove un
attivismo rapido, una vivace mobilità. Però, se ci avviciniamo e guardiamo bene, si tratta di
una dimensione inedita. Vale a dire un progetto, ormai trentennale, di coesistenza:
impegno, lavoro, inclusione. Un complesso di più edifici, con al centro il grande ristorante
recuperato da una vecchia stalla e in alto la Casa accoglienza Milly e Memmo - dai nomi dei
primi ospiti nonché promotori di questa realtà - che è un modello di comunità vera. Dove il
lavoro e in particolar modo quello “protetto” - che è quello svolto dai soggetti disabili e
disagiati, come mi spiega l’amico Giuseppe - non è protetto. È integrato, invece, e
sostenuto ed è parte fondante di questo progetto. Delle produzioni (siano esse quelle
agricole delle serre o dei campi piuttosto che quelle artigianali dei laboratori e delle cantine
vinicole), delle attività educative e formative, delle mansioni di sostegno, di recupero e di
cura. Un’idea di adesione piena alla vita, da parte di ciascuno, che viene dal fare e dall’etica
del servizio. Inoltre, quello della partecipazione, come principio democratico, è un valore
che è a fondamento della condizione di tutti. Come se un solo perentorio dettato fosse
venuto dallo spirito e dalla volontà fondativa di don Franco e di chi l’ha aiutato e continua
a farlo: l’esclusione non è praticabile in questo luogo. “Un altro mondo è possibile” è il
motto ufficiale e da apprendere subito, se vuoi capire il senso dell’essere qui. Non esiste
possibilità di marginalizzazione, in questo nostro – me ne sento già parte - mondo, in
questa nostra dimensione rivoluzionaria, in quanto più umana. La cena, preparata da
Orietta, è calma e avviene allo stesso tavolo con amici nuovi. Tra cui Fabrizio, che ama il
calcio e indossa una tuta sportiva della Roma. Don Franco, dopo cena, vuole andare a
prendere un gelato a Frascati e mi pare bellissimo assecondare un animo così più giovane
del mio…
La mattina della domenica si va alla messa pronunciata da don Franco presso la chiesa
salesiana di Lanuvio, cittadina dove abita Ilaria. La messa è in memoria di Andrea, un
giovane operatore dell’associazione Primavera che s’è tolto la vita pochi giorni fa, a 28
anni – la mia età. S’è abbandonato sotto un treno per la sofferenza di un’esistenza rimasta
insostenibile, prosciugata dalla precarietà, dalla solitudine, dall’oblio del presente. Dopo la
messa, resa divertentissima dalle irritualità di don Franco e sostenuta dal clima allegro di
un coro entusiasta e orgogliosamente autonomo dal musicista – c’è stata l’assemblea
ordinaria di Primavera. Quest’associazione si occupa da molti anni di sostenere i ragazzi
disabili e le loro famiglie nelle difficoltà quotidiane del disagio, peggiorate dalla distruzione
e dalla scomparsa del walfare state a cui sta assistendo questo Paese ormai da diverso
tempo e per cui ci si deve organizzare. Il pranzo che è venuto a seguire è stato ancora un
modo per festeggiare la speranza: quella di progettare – gettare avanti, etimologicamente
- il proprio entusiasmo, di immaginare nuove attività per i ragazzi assistiti, e motivi di
crescita e di protagonismo. Sullo stimolo di una madre forte, presidente dell’associazione,
che nella sofferenza per il proprio figlio disabile ha trovato la forza di innalzare un grido,
un richiamo di compassione a tante altre madri, e padri e famiglie nella stessa condizione.
Uno spazio, insomma, d’immaginazione e di prassi per cercare, anche qui, un’alternativa
all’esclusione e un’autenticità salvifica.
L’esperienza dell’utopia, dell’idea sintetica, mi viene incontro, fortissima, quando visitiamo
– con don Franco e Ilaria – il “borghetto”. Una sorta di “comune”, quello che doveva essere
un villaggio di contadini ai piedi del colle di Lanuvio e che qui lavoravano una terra
immensa, calda e ricca, coperta di fecondità e di sole. Uno spazio benedetto, verrebbe da
dire, e lasciato abbandonato e appetibile per chi vorrebbe ricavarvi profitti con un uso
intensivo e dis-umano (o post-umano) dell’agricoltura. E che invece sarebbe stupendo
immaginare come sociale, aperto, collettivo, comunitario. Questo è, infatti, il progetto di
don Franco: rendere questo nucleo antico come ancora vitale, cercando le risorse per
trasformarlo in una città giusta, del lavoro e della partecipazione. Una sorta di prototipo di
comunità autonoma, in cui impiegare ogni capacità (compresa quella potente di un
disabile, di un migrante, di un precario, di un respinto) e ogni energia, per la costruzione di
un ideale comune, in cui ognuno abbia un pezzo e se ne senta responsabile. Una serie di
edifici, che erano magazzini, residenze, persino una chiesa, da recuperare e da trasformare,
da tornare a riempire di messi o di provviste, di merci e di prodotti. Di cose concrete e di
valori. Dei segni di una rivoluzione tangibile, che sta dentro il presente e ci richiama
all’azione – citando Gramsci.
Al tardo pomeriggio di domenica pare arrivare la luce giusta, un tramonto lieve e la luce
dei colli romani, per tornare a casa. Vengo accompagnato da Ilaria e Giuseppe alla stazione
metro di Anagnina (capolinea sud-est della linea A di Roma). Il treno e l’autobus che mi
riportano a Porto San Giorgio sono vuoti anche se pieni di gente. Non perché non voglia
vedere nessuno. È solo che gli occhi, a differenza del cuore, non hanno spazio infinto e
bisogna proseguire a riempirli e svuotarli per vivere, per sentire.
Nella parte di noi che lasciamo agli altri, e nel dono, aggiungo, sta, come diceva Pavese,
l’unico vero senso dell’esistenza nostra. Per dare senso agli incontri avuti, allora, ricorderò
la prima lezione imparata a Capodarco: se siamo fatti di amore, come dimostra il Cristo e
come vorremmo fosse vero, non possiamo esimerci dal testimoniare questo amore, questa
corrispondenza profonda, e dal dargli respiro.

Jonata Sabbioni
Una bella notizia!

La Regione Marche ha voluto accordare a AINRaM Marche, Funima Interntaional Onlus, Cacuam e Associazione Falcone e Borsellino dei fondi per la realizzazione del progetto "Per una scuola della legalità e della mondialità" in alcune scuole superiori del territorio fermano.  

Una bella sfida che sarà anche una grande occasione di impegno e di testimonianza civile e sociale!

Adesso, al lavoro!

A presto, 
Jonata Sabbioni


lunedì 6 maggio 2013


Alcuni Ragazzi del Mondo - Marche insieme alla portavoce nazionale AINRaM Ilaria Signoriello (seconda da sx) e all'economista Giuseppe De Marzo (quarto da sx), venerdì 3 maggio 2013.

Noi Ragazzi del Mondo - Marche Insieme all'amico Giuseppe De Marzo, dopo la presentazione del suo libro "Anatomia di una rivoluzione" a Palazzo Monti di Servigliano, il 3 maggio 2013.


mercoledì 1 maggio 2013

Comunicato stampa


L’Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo – Marche
incontra l’economista Giuseppe De Marzo

 

            Venerdì 3 maggio, alle ore 18.30, presso Palazzo Monti di Servigliano (via Vecchiotti, 5) AINRaM Marche – Noi Ragazzi del Mondo, incontrerà l’economista Giuseppe De Marzo. Durante l’evento si discuterà delle prospettive di un nuovo modello di sviluppo che abbia a fondamento il concetto di giustizia ambientale e di democrazia partecipata, di diritto del lavoro e di economia sostenibile, con l’obiettivo di definire delle possibili strategie, più eque dell’austerity, per affrontare (e battere) la crisi. De Marzo affronta queste importanti tematiche nel suo ultimo libro, “Anatomia di una rivoluzione” (Castelvecchi 2012, con prefazione di Maurizio Landini e introduzione di Marco Revelli) e potrà fornire informazioni e spunti di riflessione sull’importanza, ad esempio, della relazione tra giustizia e sostenibilità. Durante il dibattito si cercheranno di esaminare inoltre i caratteri profondi di questa crisi, i conflitti irrisolti e i temi delle battaglie ambientaliste più significative, le caratteristiche dei movimenti per la giustizia ambientale diffusi nel mondo, la relazione tra diritti della natura e diritti umani.
            Con questa iniziativa riprendono le attività di AINRaM Marche presso Palazzo Monti di Servigliano e rivolte al territorio fermano e marchigiano. L’AINRaM Marche è una rete di cittadini attivi, singoli oppure organizzati in associazioni, che si dedica alla promozione della cultura della mondialità e alla realizzazione di pratiche di sviluppo solidale in ogni parte del mondo. AINRaM Marche rivolge la propria attenzione anche al territorio locale e, in particolare, alle aree di disagio presenti diffusamente sui territori marchigiani e del fermano. Con riferimento a queste realtà AINraM promuove attività e progetti educativi e di impiego lavorativo per giovani e adulti anche in collaborazione, ad esempio, con il Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale.
            L’Associazione intende favorire il processo di sviluppo integrale per la costruzione di una cultura nuova, più responsabile, solidale e giusta, che faccia della “comunità” un soggetto plurale, democratico e solidale. Per questo AINRaM Marche agisce a stretto contatto con le associazioni e i gruppi giovanili, nonché con le istituzioni delle formazione e gli enti locali. Considerando la dimensione “glocale” (globale e locale) come quella più idonea per la propria azione, AINRaM Marche intende affermare l’esistenza e la validità di un modello di sviluppo alternativo a quello in atto, così palesemente in contrasto con i principi di solidarietà e così drammaticamente distruttivo per l’Uomo e per la Natura.
            L’attuale presidente di AINRaM Marche è Don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco. Egli è supportato, nel coordinamento delle attività dell’associazione e nell’organizzazione delle iniziative, da molti giovani del territorio fermano.


AINRaM Marche onlus





Don Franco comunica con gioia la nascita del
Forum dell’Agricoltura Sociale – Marche


Il 28 marzo, prima a Palazzo Monti di Servigliano, poi il 22 Aprile in Ancona, è stato fatto nascere il Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale – Marche. Il secondo incontro mi ha visto presente presso la sede del CNCA, dove circa 22 realtà partecipavano all’assemblea costituente il forum.
Come fondatore di Capodarco, ricordando la mia attività fondativa dell’agricoltura biologica nel 1982 a Servigliano mi ha dato molta gioia il partecipare a questa costituente.
La voglio comunicare soprattutto ai giovani, che seguono con passione lo sviluppo dell’”Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo – Marche”, proprio perché la nostra associazione, nella presenza di Jonata Sabbioni che la rappresentava, il 22 ha aderito al Forum. Dobbiamo essere gioiosi che il Forum sia nato perché l’Agricoltura Sociale rappresenta una vera prospettiva di futuro per i giovani, sul piano della idealità ma anche dell’occupazione lavorativa se c’è uno sviluppo possibile oggigiorno è proprio sul piano del ritorno alla terra, come ai vecchi tempi, quando iniziavamo col nostri idealismo l’agricoltura biologica. Allora era una frontiera utopica. All’assemblea c’era anche un papà che era venuto ad informarsi per il possibile lavoro dei figli. Oggi poi far sì che l’agricoltura sia anche sociale cioè anche accoglienza delle persone in difficoltà che nell’agricoltura terapeuticamente si recuperano nella loro dignità di vita è una cosa che stiamo sperimentando con soddisfazione di risultati, ed è bello allora che l’esperienza si rafforzi in una realtà più ampia come il forum.
Erano così presenti i giovani della Cooperativa “Ritorno alla Terra” di Servigliano, Andrea Lelli e Francesca Filomeni, molto entusiasti delle loro esperienze di accoglienza di ragazzi disabili in l’agricoltura. La Cooperativa Ritorno alla Terra, con la sua organizzazione che ormai ha 25 anni di resistenza, può essere lo strumento concreto dove i nostri giovani di AINRaM possono trovare il punto di riferimento per sviluppare la loro idealità nel territorio del Fermano.
Per il fermano era presente Marco Marchetti, che rappresentava l’ente locale di Fermo e l’istituzione del Montessori dove si avrà tanto bisogno di questi sviluppi. Ma tutte le Marche erano presenti, soprattutto con enti che erano filiera di altre realtà. C’era anche un sindaco del pesarese e un rappresentante della regione Marche, molto vicino all’idea dell’Agricoltura Sociale. Il coordinamento che è nato, con cui Valentina Sguigna dell’Aquilone e Gioia Castronaro dell’Aiab sono state nominate portavoce del Forum, dovrà lavorare molto per far risaltare le buone pratiche esistenti nel territorio, vederne le criticità emergenti per affrontarle insieme, mano a mano che il forum si organizza. Ci sarà poi a giugno un “convegno nazionale” dell’AS nel napoletano su una terra confiscata alla camorra, che sarà emblematico di tutto il discorso nazionale che si sta sviluppando, su cui poi promotrice è proprio la nostra realtà agricola di Grottaferrata, nelle persone di Salvatore Stingo, portavoce nazionale e Ilaria Signoriello, di AINRaM nazionale.
Il valore di Capodarco è di essere sempre un laboratorio sociale di iniziative coraggiose. Il Forum Nazionale si sta sviluppando in tante regioni con tanti risultati.
Tornando alle Marche e alla giornata particolare del 22 in Ancona, ma anche del 23 a Servigliano, dando notizia di ciò che sta bollendo in pentola a Palazzo Monti voglio dire a tutti i cittadini del fermano, usufruendo di CorriereNews, che stiamo rilanciando presso Palazzo Monti il Coordinamento degli Enti Locali, che lì esisteva dal 2007 sino al 2010 e si realizzava come  grande iniziativa. Allora era destinato alla educazione alla mondialità e alla cooperazione decentrata. Poi per la vicenda nota della nascita della provincia di Fermo tutto scomparve.
Oggi, sempre in quell’ottica rinascerà per la dimensione “glocale”, in un lavoro degli enti locali con i giovani, promotori dello sviluppo locale. Sarà coordinato dal Comune di Fermo nell’Assessorato alla Cultura, gestito da Francesco Trasatti. In esso l’agricoltura sociale sarà la protagonista concreta sia per lo sviluppo del territorio locale, come inserimenti lavorativi delle fasce deboli (si parla anche di immigrati da aiutare in tale senso), sia come fattorie sociali, come progetti di integrazione abitativa. Ma l’Agricoltura sarà anche progetti di sviluppo soprattutto nel territorio dell’Africa, dove sosterremo i partner locali nei giovani del MAEJT a noi vicini in Cameroun. Costa d’Avorio e Senegal.
Quando è importante l’Agricoltura per l’autosviluppo dell’Africa, anzitutto per farla sopravvivere. La dimensione della lotta alla povertà, sempre più estesa, come in Africa, da sconfiggere quale grande ingiustizia del mondo (stiamo partecipando e dovranno essere più consapevoli di ciò alla campagna: “Dichiariamo illegale la povertà” lanciata nel 2012)  si attuerà con i giovani in questo protagonismo glocale in cui essi si faranno capaci di sognare, dal sociale da loro condiviso, tutta una nuova politica. Una vera politica di cambiamento.
Per questo sono stato molto contento di ciò che il Forum Regionale dell’Agricoltura Sociale e il Coordinamento degli Enti Locali potranno rappresentare per lo sviluppo del nostro territorio. Giovani delle Marche, amici, partecipate a questo nostro sforzo. Anche il profit può partecipare: così abbiamo proposto una partecipazione viva a degli imprenditori sensibili. Bando alla sfiducia. Giovani non demordete.

domenica 21 aprile 2013


AINRaM Marche onlus incontra Giuseppe De Marzo. 


Venerdì 3 maggio, alle ore 18.30, presso Palazzo Monti di Servigliano incontreremo l'economista Giuseppe De Marzo che, presentando il suo ultimo libro, "Anatomia di una rivoluzione", ci aiuterà a delineare una visione alternativa e praticabile di uscita da questa crisi e ad immaginare un modello di sviluppo più equo e sostenibile.

Cercheremo di esaminare i caratteri profondi di questa crisi, i fallimenti drammatici del modello capitalistico, i limiti dell’ambientalismo in termini di capacità propositiva, i conflitti irrisolti e i temi delle battaglie ambientaliste più significative, le caratteristiche dei movimenti per la giustizia ambientale diffusi nel mondo, la relazione tra diritti della natura e diritti umani.

Soltanto adottando una prospettiva radicalmente critica rispetto al modello finanziario post-capitalistico attuale si può immaginare uno scenario di sostenibilità e di giustizia per il futuro del pianeta. E il tema ambientale rappresenta la premessa indispensabile per costruire un nuovo concetto di sviluppo umano, sociale ed economico.

mercoledì 17 aprile 2013



Raccogliendo l'invito lanciato da Salvatore Stingo, portavoce del Forum Nazionale dell'Agricoltura Sociale, durante il primo incontro tenutosi il 28 marzo presso Palazzo Monti di Servigliano, vi ricordiamo l'appuntamento per incontrarci tra tutte le realtà che nelle Marche operano nel settore dell'Agricoltura Sociale:


Lunedì 22 aprile 2013 ore 15.00

ANCONA
Via Astagno, 3
presso la sede della Cooperativa Sociale
IRS L’AURORA


Sarà un'occasione per incontrarci nuovamente, conoscerci ulteriormente, e insieme dare vita al Forum Regionale dell'AS.

Per qualsiasi informazione in merito alla riunione o il Forum potete contattare la segreteria del Forum Nazionale Agricoltura Sociale al seguente e mail e contatto telefonico: 

Ilaria Signoriello: 3394311180forumnazionaleas@gmail.com;

oppure

Dott. Agr. Valentina Sguigna
resp. agricoltura Coop. Sociale Onlus AMA-Aquilone 
3311920551 - valentina@ama-aquilone.it

Dott. Agr. Gioia Castronaro

AIAB Marche - resp. agricoltura Coop. Soc. Agr. San Michele Arcangelo





martedì 9 aprile 2013

Un messaggio di Don Franco a commento della riunione di AINraM Marche tenutasi sabato scorso, 6 aprile, a Palazzo Monti di Servigliano.


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Cari giovani di AINRaM,
            il giorno 6 aprile ci siamo ritrovati a Palazzo Monti per decidere di far ripartire le attività con varie iniziative. Questa mia lettera vuole solo confermare l’entusiasmo con cui ci siamo ritrovati: uniti e fervidi di fantasia! Voglio sintetizzare al meglio ciò che abbiamo deciso in modo che tutti lo sappiate e lo partecipiate.
            Ci sarà un evento di partenza molto significativo. Il 3 maggio, a Palazzo Monti (il pomeriggio alle 18.30), un nostro grande amico, Giuseppe De Marzo, economista e scrittore, ci presenterà il suo ultimo libro “Anatomia di una rivoluzione”. Si impone per l’umanità una nuova idea di economia: che parta dal Sud del mondo e che si può identificare nel concetto del “buen vivir”. L’autore ha vissuto in prima persona il l’esperienza della realtà dell’America Latina e potrà darci molti spunti di riflessione. Noi dobbiamo partecipare dell’apertura alla dimensione dell’ alternativa attraverso la nostra visione glocale, in cui dal rapporto vivo coi nostri ragazzi del Sud agiamo nel nostro territorio con una speranza di vero sviluppo.
            Fisseremo dopo il 3 maggio l’evento di una giornata per comunicare a tutta la cittadinanza il valore che vogliamo dare al lavoro di Palazzo Monti nella sua globalità. Entreremo nel tema dell’agricoltura sociale, a cui aderiamo come AINRaM e Forum Agricoltura Sociale, anche per quello che cercheremo di fare a livello internazionale in Africa. Sarà una grande giornata in cui sensibilizzeremo la gente sul nostro impegno di costruire col nostro protagonismo lo sviluppo di un’altra economia che ci coinvolga coi giovani del Sud. Sarà importante per quella data riprendere il rapporto con gli enti locali per farli partecipi di questo nostro slancio con la loro cooperazione decentrata. Su questo punto dovremo ancora approfondire il cammino.
            Altro lavoro sarà quello della comunicazione perché nel frattempo, attraverso un blog, cercheremo di far sapere tutte le attività da noi promosse sia a livello locale, nazionale e internazionale, in modo da sentirci tutti partecipi.
Ci dovrà essere un riflesso di questa comunicazione attraverso la collaborazione con il “Corriere News”.
Tra le iniziative culturali dovrebbe nascere un libro intervista tra me e Giuseppe Buondonno, partendo dalle interviste con voi.
            Abbiamo anche parlato con entusiasmo dell’iniziativa che faremo qui a Grottaferrata dal 19 al 29 luglio: un campo di studio e lavoro in cui parleremo di un “Nuovo Rinascimento dell’Europa”, che deve ritrovare la sua unità politica, anzitutto in tema di welfare. Sarà un grande campo di studio e di lavoro che dovrà avere una vasta eco tra di noi. L’abbiamo intitolato “Qui nulla è impossibile!”, e daremo il diploma di “Sognatori di un nuovo rinascimento europeo”.
Dobbiamo sognare in grande, credendo di più al nostro protagonismo di giovani che alimentano la speranza di tutti.
            L’ultima iniziativa si svolgerà a Servigliano il 2 e 3 settembre. Con gli amici della “Casa della Memoria” verrà organizzata una marcia di ritorno a Servigliano di quegli inglesi che stavano al Campo di Concentramento di Servigliano, e furono ben accolti dalla popolazione locale, in un moto di resistenza attiva. Faranno una marcia simbolica, propria in nome di quella Europa nuova che nasceva dopo la guerra, in questo spirito di solidarietà e di rifiuto della violenza. Sarà un evento significativo a cui vi invitiamo a partecipare.
            Cari giovani, siamo ripartiti. Tocca a ciascuno di noi esserne all’altezza, facendoci attivi ed entusiasti. Primo appuntamento allora al 3 maggio. Prepariamoci a viverlo bene per l’entusiasmo che ci trasmetterà il nostro Giuseppe De Marzo, per la sua analisi e visione rigorosa.

Don Franco

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martedì 2 aprile 2013


Per sabato prossimo 6 aprile, alle ore 16.30, presso Palazzo Monti, sede de “La Casa dei giovani del Mondo” in via Vecchiotti 5 Servigliano (Fermo) è convocata la prima riunione organizzativa e operativa di AINRaM Marche dell'anno 2013.
  
Discuteremo:
- delle prossime attività di AINRaM Marche e degli eventi da organizzare presso Palazzo Monti, chiedendo il contributo di idee e energie;
- del campo di studio/lavoro che AINRaM, insieme a Agricoltura Capodarco, Consorzio Alberto Bastiani e CIPSI, sta organizzando per il prossimo luglio a Grottaferrata (Roma);
- dell'evento commemorativo che Servigliano, come luogo della sofferenza dei campi di concentramento ma anche di consapevolezza e speranza, si appresta a ospitare e per cui AINRaM e Palazzo Monti avranno un ruolo decisivo.

Ti aspettiamo.
JS

sabato 30 marzo 2013


AINRaM Marche rinasce e riparte. L'attività dell'Associazione, da sempre impegnata nella promozione dell'educazione alla mondialità e della cultura della cooperazione tra i popoli, si riattiva. Contando su molte forze nuove e sull'autentica passione della condivisione, AINRaM Marche riparte da Palazzo Monti di Servigliano (FM). E da qui, verso le tante parti del mondo in cui forze già attive o soltanto in attesa di sostegno sono in grado di partecipare al nostro progetto di "utopia": avvicinare e riconoscere, in tutti gli individui, quel fondo di umanità e senso della fiduciosa partecipazione che può dare senso alla Speranza! Insieme, ancora una volta, è possibile costruire un'alternativa rivoluzionaria!

Capodarco e il suo Fondatore, don Franco Monterubbianesi, ce l' hanno dimostrato!.

A breve aggiornamenti e calendario degli eventi!